Gennaio 2021
In terza media avevo l'abitudine di scambiare i manga con una compagna di classe; ma, come succede sempre in questi casi, così facendo ho finito per interrompere a metà molte letture! Sunadokei è una di queste e per anni non sapere il finale di questa storia mi ha tormentata, ma oggi ho deciso di porvi rimedio.
Sunadokei: un'introduzione per tutti
Perché dovreste leggerlo
Sunadokei è conosciuto in Italia con la traduzione letterale La Clessidra, a cui è stato aggiunto il sottotitolo Ricordi d'amore; devo dire che io stessa sono abituata da sempre a chiamarlo in questo modo, perciò farò così anche in questo articolo!La Clessidra narra le vicende di An a partire dal suo dodicesimo compleanno fino all'età adulta. La storia è raccontata in prima persona dalla An adulta, la quale ripercorre progressivamente i ricordi della sua adolescenza; si tratta di una narrazione che ha dei toni molto più maturi rispetto a quelli di tanti shoujo. Secondo me proprio questa modalità di raccontare, spalmata su un arco temporale così ampio, rappresenta la particolarità dell'opera, che comunque è molto improntata sul concetto dello "scorrere del tempo", come si intuisce dal titolo. Se cercate una storia drammatica e commovente, focalizzata sulla psicologia della protagonista ancor più che sulla storia romantica, questo manga è per voi!
Dettagli
Titolo: Sunadokei (砂時計)Autrice: ASHIHARA Hinako
Anno: 2003 — 2006
Serializzazione originale: Betsucomi, Shogakukan
Volumi: 8 volumi + 2 volumi di storie extra (21 capitoli)
Dove leggerlo
Pubblicato in Italia da Planet Manga. Trattandosi di un vecchio titolo, non è più disponibile presso lo shop dell'editore, ma online è abbastanza facile reperirlo usato.
⚠ Attenzione! Qui sotto sono contenuti alcuni spoiler maggiori e si discute dell'opera dando per scontato che il lettore la conosca.
Sunadokei: appunti di lettura
La Clessidra di Nima e i luoghi della narrativa giapponese
Nella narrativa, alcuni autori preferiscono specificare i nomi delle località in cui ambientano le loro storie; altri, magari pur ispirandosi a luoghi reali, scelgono di tacerli. Io di solito preferisco le storie ambientate in luoghi anonimi, di cui non è nota l'identità, perché così viene lasciato più spazio all'immaginazione. Però, dopo anni di letture, ho l'impressione che fra i giapponesi (sia i mangaka che gli scrittori!) sia molto più comune specificare i nomi dei luoghi. Non solo; ho notato che gli autori diventano molto dettagliati quando si tratta di descrivere degli spostamenti geografici — non so quante volte mi è capitato di leggere una manfrina su tutte le linee metropolitane, suburbane e quant'altro che il personaggio doveva prendere per arrivare dal punto A al punto B. Ogni volta io soprassiedo ma nel profondo non ci capiscoAd ogni modo, Ashihara non fa eccezione alla regola, e ne La Clessidra i luoghi ricoprono proprio un ruolo fondamentale: per una volta ho deciso di non ignorare la cosa e ho fatto un piccolo tour di esplorazione su Google!
I geni non si possono scegliere: la storia di An
Uno dei temi forti di questo manga è l'ereditarietà dei tratti psicologici e caratteriali da genitore a figlio. An non vuole somigliare a sua madre, ma in un modo che sembra quasi inevitabile, raggiunge un punto della vita in cui trova proprio la stessa sorte. La scena a cavallo fra il vol.7 e il vol.8, in cui An è in viaggio sul treno per Izumo e viene pervasa da un sonno profondo, che rappresenta l'abisso della sua depressione, è una delle mie scene preferite del manga. Nel primo volume c'è un'altra scena molto bella, che costituisce l'antitesi della scena del treno: quella in cui An prende posizione affermando di voler somigliare alla nonna e non alla madre.Di fatto, quel che preferisco di questo manga non è tanto l'intreccio romantico, che non è particolarmente originale ed elaborato, quanto leggere una protagonista che si racconta in prospettiva; è un personaggio che riflette sul proprio passato, sui propri errori e soprattutto su un trauma personale che non ha davvero mai superato, e che ha finito col distruggere qualsiasi relazione il destino le abbia concesso.
...Le persone care, sì: la storia romantica
Se dovessi invece indicare qual è la scena più debole del manga, sceglierei quella in cui An, dopo aver trascorso i capitoli precedenti a ripetere che ama Daigo, non può stare senza di lui, ecc ecc, decide di mollarlo [vol.5]. CioèDi fatto An non si comporta granché bene in nessuna delle sue relazioni adolescenziali; né con Daigo, che molla in malo modo, né con Fuji, che, vuoi inconsciamente vuoi consciamente, usa come chiodo scaccia chiodo (povera stella - io ovviamente team Fuji, perché nei triangoli mi sento sempre più vicina "all'Altro"). Arrivata all'età adulta, An commette di nuovo lo stesso errore, quello di mettersi con una persona per cui prova solo sentimenti superficiali, con la differenza che questa volta diventa lei la parte lesa della relazione, quando Sakura-san la lascia a pochi giorni dal matrimonio.
"Veramente, la felicità dovremmo trovarla autonomamente...", dice saggiamente An nelle pagine conclusive del manga; però, qualche volta, avere vicino una persona come Daigo, è una gioia che bisogna accettare senza il tormento di non sentirsi adeguati.
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